lunedì 2 aprile 2012

Duna della Feniglia e ritorno passando per Ansedonia, WWF Burano, Capalbio Scalo

Premessa

In sintesi, il percorso interessa il Comune di Orbetello nel tratto della Duna della Feniglia e nella frazione di Ansedonia e quello di Capalbio nel tratto di Burano, Capalbio Scalo e nelle rispettive loro zone limitrofe, per una lunghezza complessiva di circa 40 Km (poco meno) di cui Km 14,500 circa su strade bianche/sterrato. Il resto si svolge su strade asfaltate in cui il transito veicolare è modesto (mesi estivi e week-end dei periodi caldi a parte).
L'intera escursione, se si esclude il Promontorio di Ansedonia, è posizionata sul livello del mare ed è pedalabile in qualsiasi periodo dell'anno.
Personalmente non amo i mesi estivi o i week-end dei periodi caldi perché l'afflusso dei bagnanti e turisti viene a violare quella pace, quella calma, la serenità e quel senso di solitudine e raccoglimento che percepisco nei restanti periodi dell'anno.
Consiglio: portatevi una macchina fotografica una penna e un taccuino. Un binocolo piccolo non guasta.
Soprattutto, non dimenticatevi di bere, respirare e di godere delle sensazioni che immancabilmente proverete.

N.B. Noterete che le sequenze fotografiche inserite nella descrizione dell'itinerario mi ritraggono con abbigliamenti diversi, biciclette diverse ed in stagioni diverse. Questo perché avendolo pedalato più volte e scattato varie foto in più occasioni, ho estrapolato dal mio archivio quelle che ho ritenuto migliori.




Descrizione dell’itinerario

Questo itinerario, che prediligo particolarmente, ha inizio dalla mia amata Feniglia dove trovo, tra i suoi sentieri e le sue radure, una condizione a me ideale di intimità totale e di solitudine positiva che mi fa stare bene; una piccola oasi di pace e serenità.
Oramai non ricordo più le volte che l'ho pedalata. Tante, ed ogni volta una scoperta diversa, una sensazione diversa, un profumo diverso.
Adoro pedalarla lentamente, con calma e, qualche volta, in compagnia di qualche daino che veloce spunta dalla vegetazione ed, elegantemente, mi corre accanto per qualche metro per svincolare, in seguito, da altra parte.
Adoro transitare da una parte all'altra delle radure e "perdermi" tra esse. Durante i periodi di migrazione sulle acque della Laguna di Orbetello è consuetudine notare delle macchie di colore rosa: sono i fenicotteri che hanno trovato, in questo luogo, il loro habitat prediletto.
In prossimità del tratto terminale, lato Ansedonia, una colonia di daini è sempre presente e facilmente si fanno avvicinare ed accarezzare in cambio di qualche biscotto e di un poco di pane; che meraviglia.
Della Feniglia, della sua formazione e delle sue caratteristiche, ho già trattato ampiamente in una precedente escursione pubblicata in questo blog.

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Dopo aver percorso il sentiero principale della Duna della Feniglia, esco dalla Riserva, lato Ansedonia, per recarmi alla vicina spiaggia  praticamente deserta nei periodi freddi. Solo lo sciabordio delle onde del mare che si frangono sulla scogliera fanno sentire la loro presenza.
Ritorno indietro Adesso c’è da affrontare lo “strappetto” che immette nella strada principale di Ansedonia che la attraversa e, praticamente, la divide a destra e a sinistra.
Nella parte superiore del Promontorio le imponenti mura della vecchia città etrusca di Cosa sono meritevoli di una visita.
Riprendo la marcia fino a giungere alla spiaggia della Tagliata, di fronte la Tagliata Etrusca e lo Spacco della Regina.
La Tagliata, geniale opera d'ingegneria idraulica, è un vero e proprio taglio perpetrato nella roccia al fine di creare un canale di deflusso delle acque per evitare l'insabbiamento dell'antico porto.
Qualche metro alla sua destra, lo Spacco della Regina, una fessura nella roccia di origine naturale. Fenditura stretta ed un poco lugubre serviva anch'essa, prima della costruzione della Tagliata, per il deflusso delle acque e per lo svolgimento di riti religiosi.
Il suo nome deriva da una leggenda che narra le disavventure di una Regina che qui si rifugiò per sottrarsi alla cattura dei Turchi. Sono incredibili i giochi di luce che formano i raggi del sole verso mezzogiorno quando penetrano dalle fenditure superiori.
A causa del crollo del ponticello che permetteva di attraversare il canale di deflusso non è più possibile visitare lo “spacco “ così come non è possibile visitare la Torre della Tagliata perché, essendo proprietà privata, è recintata e con il cancello chiuso.
Torno indietro ed invece di proseguire dritto verso la strada asfaltata, imbocco un sentiero sterrato alla mia destra e facilmente individuabile per la presenza del ristorante "La Strega".
Un tratto dello stradello è formato di terra battuta con breccia poi una sabbia fina e scura che penetra e si deposita da ogni parte prende il sopravvento. In alcuni tratti la sabbia è maggiormente concentrata ai lati mentre la parte centrale è formata da  un tappeto erboso.
Si costeggiano le vasche di allevamento del pesce dopodiché il sentiero si insinua nel mezzo della vegetazione spontanea fino ad arrivare ad una radura formata da tanti alberi e con un bel tappeto di aghi di pino .
Alla fine del sentiero svolto a destra dove un accesso mi conduce alla vicina spiaggia.
Lo scenario che ho di fronte è immenso, con i raggi del sole che colorano il mare di un argento abbagliante disegnando magiche silouette dalle forme più astratte; alla destra la spiaggia della Tagliata e a sinistra, purtroppo, le ciminiere della centrale di Montalto di Castro sono talmente  vicine che sembra di toccarle con le dita.
Adesso proseguo dritto fino ad arrivare all'incrocio con la Strada Litoranea e mi dirigo a destra.
E' una strada asfaltata con il fondo in buone condizioni di manutenzione. Il transito veicolare è modesto almeno nei periodi autunnali ed invernali. 
E' bene, comunque sia, prestare sempre la massima attenzione durante la guida anche perché la larghezza della carreggiata è modesta.
Alla sinistra, parallela, corre la ferrovia mentre a destra una serie ordinata di villette e campi coltivati. Lo scenario rimane immutato per tutta la sua lunghezza.
Dopo circa 3 Km dal bivio svolto a destra per dirigermi verso la spiaggia di Macchiatonda. Supero il ponte che sovrasta il canale della Tagliata e dove sono sempre presenti colonie di nutrie.
La stradina continua immersa nella campagna, a sinistra ampi spazi recintati sono pascolo per bestiame brado mentre varietà di uccelli si alzano in volo dai campi al mio passaggio. Tutto è calmo è tranquillo.
La spiaggia invece è un disastro completo, una ditta sta compiendo degli studi cartografici per cui l'arenile è invaso da una quantità incredibile di grossi tubi, boe e, addirittura, una imbarcazione.
Solo il mare, come al solito, è bello con le onde che arrancano sulla battigia quasi a voler portar via quell'ammasso di materiale che tanto deturpa.
Riparto per la prossima direzione che è il centro visite del WWF di Burano e che rappresenta, anche, il punto di arrivo intermedio dal quale torno indietro per il rientro al punto di partenza.
Il Panda con il suo piccolo mi sono amici e volentieri mi ospitano nella loro casa a patto di essere silenziosi e rispettosi per l'ambiente circostante.
Finora è stata una gita tranquilla, bella e rilassante e queste sensazioni si acutizzano in questo ambiente. 
Vago per i vari percorsi naturalistici e godo per la flora e la fauna presente in loco compresa una colonia di leprotti che da qualche tempo si è insediata in questa natura protetta. Riesco a scorgerne uno che, veloce come un fulmine, mi taglia la strada a non più di 30 metri. Vani risultano i tentativi di fotografarlo.
Il WWF di Burano è il luogo in cui mi piace sostare per rifocillarmi e per farlo scelgo sempre una "mia casetta" che si trova nella radura in prossimità del lago e che gli operatori usano per osservare e studiare gli animali.
Piccola e raccolta, con tutte le sue ragnatele e animaletti occasionali, è il mio campo base per scaldarmi qualcosa da bere o da mangiare con il fornelletto. Ma oggi c'è una novità; il pianale della sedia non è quello solito sfondato ma è nuovo con degli assi di legno. Ringrazio. Tonno con fagioli e piselli, pane e qualche noce è oggi il mio pasto.
Rilassato osservo le fronde della vegetazione che si muovono per il vento mentre un sole caldo penetra dalla minuscola porta di ingresso. Il silenzio è totale e tanto è il desiderio di meditare, ma è ora di tornare verso casa.
Dall'uscita del WWF prendo a sinistra per qualche centinaio di metri per poi usufruire del sottopassaggio che immette alla Stazione ferroviaria di Capalbio Scalo e, da li, nella adiacente Piazza Aldo Moro, una piazzetta piccola, tranquilla, con la palma centrale e le panchine che fanno da contorno.
Alla sinistra della rotatoria l'unica strada che conduce fuori l'abitato, in una stradina di campagna immersa nella.... campagna. Tanti profumi, tanti animali che pascolano tranquillamente. 
Al bivio imbocco la Strada Litoranea e la segnaletica posta il loco indica di andare a destra verso Ansedonia che dista 5 km.
Questa volta, le coltivazioni le trovo alla mia sinistra e la ferrovia a destra. Ogni tanto transita un treno che ho l'abitudine di salutare; un fischio, qualche volta, contraccambia.
Ripercorro Ansedonia a ritroso e la sua pendenza non fa tanto bene alle gambe. 
Un primo strappo, poi ancora pendenza e nuovamente un altro strappo dopodiché la strada si "addolcisce" diventando gradualmente piana e poi in discesa fino ad un incrocio dove è segnalato il termine del centro urbano. Svolto a sinistra e poco dopo il cancello di ingresso alla Riserva della Duna della Feniglia è nuovamente in vista.
A questo punto, per quello che mi riguarda, è solo una questione di "improvvisazione", nel senso che inizio a pedalare per il sentiero principale e poi, improvvisamente, mi sposto verso quello lagunare per poi cambiare ancora e così di seguito, dipende dal tempo a disposizione e dalla fatica accumulata.
Voi indirizzatevi nel sentiero che desiderate scoprire tenendo presente che percorrerete, in media, circa Km 6,300 (di tanta Natura).




Conclusione

Come scrivevo all'inizio, è una escursione che amo particolarmente e sono convinto che, chi vorrà provarla, confermerà la mia sensazione.
Tanta Natura da ammirare, tanta aria buona da respirare, sono le caratteristiche ricorrenti di questa gita.
I tratti su strade asfaltate secondarie sono caratterizzate da un transito veicolare modesto almeno in alcuni periodi dell'anno per cui sussiste anche una certa tranquillità da questo punto di vista considerando, sempre, che per noi cicloviaggiatori non esistono strade sicure MAI per cui, all'erta SEMPRE.
Godetevi la gita, facendo in modo che sia il più possibile piacevole e ricca di emozioni e personalizzate il tour con varianti a voi più gradite.
L'importante e pedalare sempre perché il viaggio, breve o lungo che sia, non finisce mai.

Buen camino a todos…. Amedeo
                                                     



Road Book del percorso

  • Duna della Feniglia, cancello di ingresso alla Riserva lato P. Ercole (inizio percorso).
  • Percorrenza del sentiero principale all’interno della Duna fino a raggiungere il cancello opposto di uscita lato Ansedonia (poco meno di Km 6,300).
  • Svolta a destra per giungere alla spiaggia di Ansedonia (circa mt. 450).
  • Si percorre la strada a ritroso e giunti in prossimità del cancello uscita lato Ansedonia si prende a destra, si supera un ponte e si prosegue fino ad un incrocio poco distante dove è ubicato il segnale stradale di inizio Ansedonia (m 590).
  • Si prende a destra e subito inizia un bello strappetto che conduce in Via delle Mimose che è la strada principale che percorre tutta la frazione fino al suo termine e ci si trova di fronte ad un trivio (poco meno di Km 3).
  • Si prende la strada a destra che conduce alla spiaggia della Tagliata per arrivare di fronte la Tagliata Etrusca e lo Spacco della Regina (m 650).
  • Si torna indietro per un tratto della stessa strada per circa 300 m; alla destra si apre uno stradello sterrato dove è ubicato il Ristorante la Strega.
  • Finito di percorrere il sentiero per una lunghezza di km. 1,650 di fronte troviamo il chiosco di un parcheggio a pagamento estivo mentre, a destra, proseguiamo per la spiaggia che troviamo dopo altri 170 m.
  • Si torna indietro e, arrivati nuovamente al chiosco, si prosegue dritti fino ad arrivare all’incrocio che interseca la Strada Litoranea (m 840).
  • Prendere a destra in direzione Capalbio Scalo e dopo circa 3 Km nuovamente a destra ad un incrocio che conduce alla Spiaggia di Macchiatonda (il tratto è lungo poco più di un chilometro).
  • Si torna indietro per la stessa strada e, arrivati allo stesso incrocio, si prosegue dritti fino ad arrivare al Centro Visite del WWF di Burano dopo circa Km 3,700 (arrivo intermedio).  
  • Usciti dal WWF si svolta a sinistra per circa 515 mt. e, usufruito del sottopaggio della stazione ferroviaria di Capalbio Scalo, ci si trova in Piazza Aldo Moro.
  • Percorsa la rotatoria, si prende a sinistra per Via Abruzzo che fa uscire fuori paese.
  • Giunti all’incrocio con Via Piemonte dopo circa 500 m ancora a sinistra per percorrere Km 2,155.
  • Si arriva ad un altro incrocio e si va a sinistra per circa 280 m.
  • Nuovo incrocio (vicino a quello di Macchiatonda) e si va a destra per Ansedonia.
  • Si prosegue sempre dritti e si supera Ansedonia transitando per Via delle Mimose fino al suo termine per circa Km 7,760.
  • Alla fine di Ansedonia, all’incrocio, si prende a sinistra.
  • Si percorrono 170 m fino a ritrovare, a destra, il cancello della Duna della Feniglia lato Ansedonia.
  • Si percorre la Duna nel sentiero che più fa piacere, per una lunghezza media di Km 6,300 circa, fino ad arrivare al cancello di uscita lato P. Ercole (fine percorso).

3 commenti:

  1. Che meraviglia!
    Non so come né quando, ma prima o poi ci proverò anche io!
    Tanta natura e tanti animali, semplicemente stupendo!
    Grazie per le preziosissime informazioni e per aver condiviso queste bellissime sensazioni :-)

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    1. Ciao Uapa,
      intanto volevo ringraziarti per aver partecipato al blog con la speranza che sia di tuo gradimento.
      L'escursione in particolare coniuga due aspetti, secondo me, importanti: facilità e suggestioni. Facilità perché l'intero percorso è in piano a parte i tratti di Ansedonia che comunque sono affrontabili con un poco di allenamento, suggestioni perché le occasioni per fermarsi ad ammirare tanta natura con la sua flora e fauna sono tante.
      Come scrivevo nella premessa per godere in toto di tutto il "cammino" evita i periodi estivi, i week end dove ancora è caldo e giornate di festività particolari. Giorni infrasettimanali di settembre e ottobre, per esempio, o quelli delle giornate primaverili sono l'ideale.
      Ciao e a presto, Amedeo

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  2. Grazie Amedeo,
    pensavo di fare parte di questo itinerario durante un weekend di settembre, magari facendolo in 2 giorni e partendo dalla stazione di albinia, sosta all'oasi wwf del casale della giannella e poi da lì verso la Terrarossa, la feniglia, ansedonia e lago di burano.
    Che te ne pare? Tu però leggevo che sconsigli i weekend.
    Ciao Graziella da livorno

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