domenica 1 aprile 2012

Anello Orbetello, Duna della Feniglia, Orbetello

Premessa

In sintesi, il percorso interessa il Comune di Orbetello e, in minima parte, quello di Monte Argentario per una lunghezza complessiva di 19 chilometri circa di cui Km 6,220 su strada bianca/sterrato. Il resto si svolge in parte su aree ciclabili e su strade asfaltate secondarie in cui il transito veicolare è modesto. Ciò non toglie che durante la guida dobbiamo prestare, sempre, la massima attenzione.
L'intera escursione è posizionata a livello del mare ed è pedalabile in qualsiasi periodo dell'anno. Personalmente non amo i mesi estivi o i week-end dei periodi caldi perché l'afflusso dei bagnanti e turisti, specie nel tratto della Duna della Feniglia, viene a violare quella pace, quella calma, la serenità e quel senso di solitudine e raccoglimento che percepisco nei restanti periodi dell'anno.
Consiglio. Portatevi una macchina fotografica una penna e un taccuino. Un binocolo piccolo non guasta. Soprattutto, non dimenticatevi di bere, respirare e di godere delle sensazioni che immancabilmente proverete.


Descrizione dell’itinerario

Il tour inizia nell’aria pedonale/ciclabile di Orbetello dove è posizionato il pontile di attracco del battello che effettua le gite nella Laguna di Ponente, di fronte al Duomo, in direzione Orbetello Scalo. Da quel punto, fino al suo termine, la ciclabile misura 3 Km circa.
Questo tratto di strada, seppur breve, offre interessanti spunti storici e d’osservazione. Percorsi infatti poche centinaia di metri alla nostra destra sono visibili le antiche e imponenti mura erette a difesa della città mentre, di fronte, un’antica Porta principale di ingresso al  Paese.
Continuando, parallela alla ciclabile, la Laguna di Ponente mostra l’avifauna che ospita. Facilmente individuabili sono colonie di folaghe, fenicotteri rosa, garzette, anatre. In particolare quest’ultime sono talmente abituate alle persone che danno loro da mangiare che si fanno tranquillamente avvicinare . 
Per gli appassionati di birdwatching sono stati individuati tre punti di avvistamento  per osservare e fotografare le colonie di uccelli migratori.
Giunti alla fine della ciclabile si svolta a destra per immetterci in Via Aurelia Antica. 
La strada che misura 600 m è aperta al traffico anche se modesto. Al termine ancora a destra per imboccare Via di Cameretta. 
Anch’essa è aperta al traffico veicolare (modestissimo) e diventa pedonale e ciclabile dopo circa un Km. La sua lunghezza, invece, è di 4 Km e 300 m La stradina nel tratto iniziale è delimitata ai lati da vecchie mura che recingono le varie proprietà private, poi si apre. Sulla sinistra corre parallela la ferrovia mentre, a destra, una serie ordinata di orti coltivati . Alla fine della Via, le vasche d’allevamento del pesce (spigole e orate) di Ansedonia.
Oltrepassato il cancello, si prosegue dritti per 225 m ed arrivati al bivio che conduce ad Ansedonia lo lasciamo alla nostra sinistra continuando ancora a destra per altri 170 m fino a trovarci di fronte al cancello d’ingresso alla Duna della Feniglia lato Ansedonia,  non prima di aver superato il ponte soprastante il canale regolatore del flusso delle acque tra la laguna ed il mare. 
La Duna è una lingua di terra sabbiosa formatasi a suo tempo dalla sedimentazione di detriti portati dalle correnti marine e divide le acque della Laguna di Levante da quelle del Mar Tirreno. Si sviluppa per una lunghezza di 6 Km e 220 m circa, ed è una Riserva Naturale protetta dal Corpo Forestale dello Stato che ha due Stazioni al suo interno. E’ percorribile solamente a piedi e in bicicletta. Il sentiero centrale che attraversa longitudinalmente tutta l’area boschiva è facilmente pedalabile essendo composto di terra battuta e breccia. Anche in caso di pioggia il fondo rimane compatto. Sabbia e aghi di pino ai bordi. 
Sulla sinistra conto sette accessi al mare mentre a destra dodici accessi al sentiero più interno anch’esso molto suggestivo perché completamente immerso nella pineta e, ancora più a destra di questo, lo stradello che segue l’andamento dell’arenile lagunare e che è più difficile da pedalare in caso di pioggia causa il fondo fangoso e le numerose e lunghe pozze che si vengono creare. 

Facilmente visibili specie nel tratto iniziale, colonie di daini  che, abituati alla presenza dell’uomo, si fanno amichevolmente avvicinare  e fotografare in cambio di un pezzo di pane e di biscotti. Durante il tragitto s’incontra anche qualche volpe, qualche scoiattolo, qualche pavone. Più raramente i cinghiali. Molte sono le specie di volatili che volteggiano o si riposano sui rami degli alberi specie le ghiandaie. Sughere e pini sono dominanti. In alcuni punti i viali alberati formano dei veri e propri corridoi con la parte superiore a forma di arco grazie ai rami che si intersecano a vicenda.


Variante per chi vuole percorrere il sentiero intermedio tra quello principale e quello lagunare

Dal cancello d’ingresso alla Duna, si percorrono poco meno di 800 m dopodiché si svolta a destra e si percorrono poco più di 110 m su uno stradello un po’ insidioso perché sabbioso e coperto da aghi di pino. Attenzione a qualche buca ma, soprattutto, ai tanti rametti e pezzi di legno che possono insinuarsi tra i raggi delle ruote
Al bivio si svolta a sinistra e si prosegue sempre per il sentiero principale senza prendere deviazioni intermedie. Il terreno è facilmente pedalabile anche se l’impressione è quella di un fondo pesante dovuto alla presenza di sabbia soffice e aghi di pino. Ci sono tratti in cui la sabbia è meno presente e la pedalata è più agevole. Non c’è presenza di sassi, pietre, rami e pezzi di legno . In altri tratti i bordi della strada sono “scavati” anche profondamente dalle ruote dei mezzi pesanti del Corpo Forestale dello Stato che effettuano le opere di disboscamento e rimboschimento all’interno della pineta. 
Lungo il percorso sono sistemati degli abbeveratoi per gli animali, mentre tutto il tratto è ricco di profumi liberati dal bosco e dal sottobosco in cui sono immerso. Come scrivevo all’inizio di questa proposta di itinerario…… non dimenticatevi di respirare……
Solo il tratto terminale di circa 300 m è più impegnativo da percorrere a causa di buche e solchi profondi che interessano il sentiero per tutta la sua larghezza. 
Terminato questo tratto, ancora pochi metri e il sentiero interseca, per immettersi, il sentiero lagunare. Il ciclocomputer segna 5 Km e 640 m.
Ancora 360 m e ci si trova di fronte al cancello d’uscita dalla Feniglia.



Variante per chi vuole percorrere il sentiero che segue l’andamento lagunare

Dal cancello d’ingresso alla Duna, si percorrono poco meno di 800 m dopodiché si svolta a destra e si percorrono circa 110 m su uno stradello un po’ insidioso perché sabbioso e coperto da aghi di pino. Attenzione a qualche buca ma, soprattutto, ai tanti rametti e pezzi di legno che possono insinuarsi tra i raggi delle ruote
Al bivio, si svolta a sinistra e si prosegue per il sentiero principale per poi svoltare a destra dopo 300 m. Abbiamo imboccato il sentiero più esterno rispetto ai due precedenti e che segue l’andamento lagunare. 
Il terreno in alcuni punti è facilmente pedalabile perché compatto, in altri è ricoperto da sassi affioranti e sparsi per tutta la sua larghezza; altri punti sono un susseguirsi di rami e pezzi di legno che possono infilarsi tra le corone e la catena o tra i raggi delle ruote. 
Disturbano non poco i solchi, veramente profondi e presenti per lunghi tratti, lasciati dalle ruote dei veicoli pesanti del Corpo Forestale dello Stato. Costringono a pedalare in una lingua di terra centrale e, quando piove, si riempiono d’acqua e di fango. 
Per adesso si continua a pedalare nel bosco anche se la vegetazione è più rada, più spoglia, particolarmente alla destra. 
L’impressione è quella di un’area boschiva meno curata, più disordinata con rami caduti dagli alberi ed altri tagliati dai Forestali e sparsi alla rinfusa ovunque. Radure piccole invase da sterpaglia. 
Una Natura più selvaggia, forse più vera. 
In qualche punto la vegetazione lascia intravedere la Laguna di Levante. 
Evitate assolutamente di recarvi sull’arenile. Il terreno sembra compatto mentre, in realtà, è melmoso e l’effetto “sabbie mobili” si percepisce immediatamente. Lo scrivo per esperienza personale. 
Il tratto finora descritto lo pedaliamo per 2 Km e 670 m dal bivio d’immissione allo stradello. 
A questo punto la Laguna si apre completamente rendendo visibile l’avifauna presente e la città di Orbetello in lontananza . Infine circa 350 m prima del termine del percorso e per una lunghezza di un Km. è un susseguirsi di radici emergenti degli alberi che, affiorando dal terreno e perpendicolari alla direzione di marcia, rendono la guida un po’ “acrobatica” specie se si dispone di una bicicletta da turismo. 
In questo tratto di strada sono stati ubicati due accessi pedonali  che conducono ad altrettanti punti d’avvistamento. La lunghezza complessiva del percorso misurata dall’ingresso del cancello alla Riserva è di 6 Km e 455 m.


Considerazioni

Siete liberi di percorrere il sentiero che più vi fa piacere, pedalarli due o, perché no, tutti e tre; questo dipende unicamente da voi. 
La lunghezza indicata in circa 19 Km si riferisce al percorso effettuato pedalando il solo stradone principale. 
Qualunque sia la vostra scelta mi permetto di darvi un piccolo consiglio: togliete lo sguardo dal ciclocomputer. Non importa sapere quanti chilometri sono stati percorsi, la velocità massima raggiunta e quella media tenuta. Non importa perché non siamo in competizione con nessuno. 
Importa, invece e tanto, ammirare la Natura che ci circonda, la flora, la fauna, l’avifauna che abbiamo intorno. 
Respirate forte l’aria che sa di pino, i profumi liberati dal sottobosco, sceglietevi una radura (ce ne sono tante) e, perché no, sdraiatevi direttamente sul suolo per assorbirne tutta l’energia. 
Oziate a guardare i volteggi in cielo delle varie specie di volatili. Rilassatevi e godete di questi momenti. Questo è quello che intendo io per “cicloturismo”.


Tratto finale

Alla fine tutti e tre i percorsi si convogliano in un unico punto  vale a dire di fronte al cancello d’uscita dalla Riserva lato Porto Ercole. Si percorre una stradina cementata e praticamente dritta per 280 m ed, arrivati al bivio si svolta a destra dove, dopo altri 600 m circa, ci si immette sulla ciclabile parallela alla Strada Provinciale Orbetellana
La ciclabile, lunga Km 1,650 termina di fronte la Casa Cantoniera che funge da linea di confine tra il Comune di Monte Argentario e quello di Orbetello. 
E’ presente un attraversamento pedonale e ciclabile che porta dalla parte opposta dove ha inizio la pista ciclabile e pedonale in concomitanza con l’inizio della diga artificiale che conduce alla città di Orbetello . Come visibile dalla foto si percorre un tratto dritto lungo un chilometro che s’immette sul Lungolago. 
Alla nostra sinistra si osserva il molino a vento spagnolo del XVI secolo . 
Si continua a pedalare ancora sulla ciclabile per 540 m fino a giungere al punto d’arrivo a completamento della nostra escursione.


Note

Personalmente, ho pedalato più volte l’itinerario proposto così come scritto o sbizzarrendomi in Feniglia a transitare da una parte all’altra della pineta a caso. Ogni volta assaporo sensazioni nuove e profonde che mi fanno stare bene. 
Spero che lo stesso valga per chi vorrà provarlo.

Buen camino a todos…. Amedeo                                                     

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