mercoledì 17 aprile 2013

Percorso naturalistico dalla sorgente del fiume Marta fino a Tuscania e ritorno


Sabato 14 aprile 2013
Finalmente le belle giornate sembrano aver preso il sopravvento sul freddo e la tanta pioggia dei mesi precedenti e parallelamente, insieme alla primavera, rinasce il desiderio di scoprire nuovi percorsi, nuovi itinerari da percorrere ed il più possibile immersi nella natura.

I lettori del blog avranno certamente notato la mia passione per la Tuscia, per il lago di Bolsena e le cittadine che ne fanno da contorno e che ho avuto modo di pedalare o di calpestarne i sentieri camminando. Non ancora tutte per il momento.
Una di queste è Marta, un “gioiellino” che si affaccia sulla sponda sud del lago.
Piccola con i suoi 3.500 abitanti è caratterizzata, come Bolsena e Capodimonte, dal suo bel lungolago semplice e molto curato con il porticciolo, la passeggiata, i giardini curati, le tipiche imbarcazioni da pesca lagunare, la pulizia e l’avifauna residente. 
L’intenzione è quella di percorrere un tratto del sentiero naturalistico che si sviluppa lungo il corso del fiume  Marta, dalla sorgente fino al Comune di Tuscania e ritorno, realizzato dall’assessorato all’ambiente della Provincia di Viterbo sempre molto attenta allo sviluppo del territorio e alla salvaguardia e tutela dello stesso.
Nel tratto di andata fino al piazzale della Basilica di S. Pietro il contachilometri del ciclocomputer indicherà km 18,500, compresa una breve ricognizione per le vie di Marta; altri 21 km circa per il ritorno.

L’itinerario da seguire lo potete consultare visitando il sito http://www.provincia.vt.it/ambiente/percorso/default.asp dove è possibile scaricare la traccia gps ed inoltre vi consiglio di acquisire più informazioni possibili data la totale assenza di segnaletica indicante le direzioni da seguire mancanza, questa, alquanto singolare vista la qualità della indicazioni ubicate dalla stessa provincia nel tratto francigeno.

Il sentiero secondo me è praticabile in tutte le stagioni dell’anno a patto che non piova e che non abbia piovuto nei giorni precedenti l’escursione a causa della quasi totalità di percorrenza su sterrato che diventa problematico per i solchi lunghi e profondi generati dalla pioggia e dal transito dei trattori e dalle numerose pozzanghere piene di acqua melmosa che, a volte, nascondo buche profonde e pericolose.
Certo la primavera è il periodo migliore per il clima adeguato e soprattutto per la natura che si risveglia con tutti i suoi colori e profumi.
Trascurerei la pendenza, il tragitto è praticamente tutto in piano.
Per quello che riguarda la tipologia della bicicletta senz’altro una mtb e come equipaggiamento base porterei il casco ben allacciato in testa, occhiali, acqua a sufficienza, kit per riparare eventuali forature, kit di primo soccorso, illuminazione, apparecchio per comunicare e materiale per situazioni di emergenza.
Bisogna cercare di essere il più autonomi possibile in quanto il tracciato si sviluppa in zone “sperdute” poco, ma molto poco frequentate (almeno nel periodo in cui l’ho percorso io), per cui è bene premunirsi.

Punto di confluenza
Marta mi accoglie con un sole tiepido un poco velato
da una leggera nebbiolina che più tardi si dissolverà. L’aria è mite; condizioni ideali per una bella pedalata.
Mentre preparo la bicicletta ascolto il silenzio e la tranquillità che aleggia intorno a me e che più volte ho avvertito in quel di Bolsena.
Sono in prossimità del porticciolo nel punto esatto in cui l’acqua del lago confluisce nel canale, alla foce del fiume Marta che seguirò per un bel tratto fino a Tuscania.
Kuma sul terzo ponte
Superato il terzo ponte poche decine di metri dopo abbandono il centro urbano ed una lingua di terra battuta delimitata ai lati da un bel manto erboso mi condurrà in ampi scenari e paesaggi di campagna fatti di campi coltivati, vegetazione spontanea, animali al pascolo, silenzi  e che saranno una costante fino al punto di arrivo così come lo saranno i profumi e i colori della primavera.
Il tutto il più possibile in prossimità dell’andamento del fiume.

Pedalo in una lingua di terra

Scenari di campagna

Cavalli al pascolo

Il fiume Marta a valle


Proseguo fino ad arrivare sulla sponda del fiume dove è posto l’unico cartello indicatore del percorso naturalistico con alcune note informative; altri animali al pascolo brado stanno procurandosi il cibo.
L’acqua è fresca e la seguo per un breve tratto a piedi con la bici al traino fino ad arrivare ad un ponticello che conduce dalla parte opposta.


Da questo punto in avanti un’altra costante saranno le numerose coltivazioni di olivi che incontrerò lungo il tragitto e che poggiano su campi dove macchie di colore bianco e giallo indicano la presenza di numerose margherite.
Sarà così un susseguirsi praticamente fino a Tuscania.
Tutto il sentiero l’ho praticamente compiuto in solitaria se si escludono le uniche tre persone che ho incontrato, tre contadini.
Mi piace pedalare in solitudine anche se in queste zone così isolate ciò può provocare un senso di ansietà.
Mi riferisco ad una caduta accidentale, ad un infortunio sempre possibile ed in agguato ed è per questo che pur godendo di tutta la natura che mi sta intorno e delle sensazioni che trasmette affronto la pedalata con la massima attenzione.
Le condizioni del terreno infatti non sono tra le migliori, letteralmente devastato in alcuni tratti dalle  intense e frequenti piogge dei mesi precedenti che hanno generato lunghi e profondi solchi. 
Alcuni sono longitudinali al sentiero, altri trasversali, altri ancora hanno un andamento irregolare che obbligano a continue “serpentine”. A questo va aggiunta la presenza di pietre, massi, terriccio e buche, alcune con fango; impronte di trattori.
In altri tratti il sentiero è come se fosse diviso in due parti, una più consistente e l’altra più “sabbiosa” e viscida con il terriccio che si sfalda; attenzione quindi.
Dopo circa 16 km di sterrato finalmente l’asfalto e pochi minuti dopo sono a Tuscania.
Veduta di Tuscania dal Colle S. Pietro
Questa cittadina sembra essere stata appositamente edificata per chi ama la storia, l’arte, i luoghi di culto, gli edifici religiosi di particolare interesse storico artistico.
Una visita accurata meriterebbe più giorni per cui, non avendo tutto questo tempo a disposizione, mi “limito” a visitare le basiliche romaniche di S. Pietro e di Santa Maria Maggiore.
Quella di S. Pietro mostra tutta la sua maestosità e imponenza sin da quando affronto la salita che porta alla sommità del colle e che viene rafforzata nel piazzale erboso antistante il portale. La facciata, il rosone decorato, le due torri a sinistra, l’altro edificio attiguo a destra.
All’interno provo immediatamente una sensazione particolare, un profumo particolare, che si insinua nelle narici ed un fresco rigeneratrice dato che sono accaldato.
La profondità delle navate, l’altezza, l’altare, ciò che rimane degli affreschi murali, il colonnato nella parte inferiore, tutto fa parte di una storia antica che mi sembra di rivivere nel mio immaginario chiudendo gli occhi e visualizzando scene come i fotogrammi di un film; somma religiosità.






E’ con queste sensazioni che in seguito esco dalla chiesa ed è un peccato non aver potuto immortalare l’interno dal momento che è vietato scattare fotografie.
Una sosta nel vicino giardino per rifocillarmi un poco e poi subito verso l’altra basilica che dista circa 400 m più in basso, alle pendici del colle.
Si entra da una cancellata ed il corridoio è più raccolto.
Alla sinistra la torre campanaria e a destra la facciata della basilica che è stupenda, con il portale pieno di elementi decorativi e statue marmoree ed il rosone altrettanto decorato nella parte superiore.
All’interno lo stesso profumo avvertito in precedenza, tre navate con la fonte battesimale posta in quella di destra ma quello che è meraviglioso è la zona dell’altare con tutta la serie di affreschi.
Dopo la visita, quando sto per uscire ciò che mi colpisce particolarmente sono dei raggi di sole che filtrano dalle fessure del rosone e che vanno ad illuminare ciò che rimane di alcuni affreschi murali; tutto è molto suggestivo.



Veduta della Basilica di S. Pietro dalla
cancellata di S.ta Maria  Maggiore
Adesso è arrivato il momento di rientrare verso Marta.


Il percorso di ritorno è praticamente la continuazione dell’andata.
Terminata la parte asfaltata si ricomincia con lo sterrato in alcuni tratti facilmente pedalabile in altri più difficoltoso e pericoloso.
A più riprese il terreno è scavato con formazioni di pozze lunghe e infossate ricoperte di acqua fangosa.
La melma è presente anche ai bordi del sentiero per cui, per mia sicurezza, preferisco scendere dalla bici per trainarla a mano; temo in qualche caduta e qui sono solo.
Affondiamo parecchio nelle pozze e la catena è piena di fango e così anche i pignoni.
Altri solchi lunghi e profondi si aprono nel terreno.
Queste difficoltà, comunque sia, vengono ampiamente ricompensate dal paesaggio che segue il mio pedalare. La primavera risveglia e colora la campagna offrendo alla vista tavolozze di colori che spaziano dal giallo intenso all’arancione al verde; veramente molto bello il tutto per non parlare dei silenzi che ascolto e dei profumi che respiro.





E’ così che gradualmente arrivo nuovamente al punto di partenza per chiudere l’anello, nuovamente a Marta.

Panoramica di Marta
Rispetto alle prime ore
La Torre dell'Orologio
del mattino adesso la passeggiata sul lungolago si è affollata di persone, alcuni sono locali altri turisti.
Chi cammina, chi va in bicicletta, chi si riposa seduto sulle panchine dei giardini, i pescatori che sistemano le loro barche, gruppi di anatre che nuotano nelle acque del lago o si riposano sulla sabbia vulcanica della spiaggia.
L'isola Martana a sinistra
Il riposo delle anatre
La giornata è limpida, il sole caldo. Ne approfitto per girovagare con la bici, per fermarmi a conversare con la gente per immortalare scorci con la macchina fotografia, per trascrivere appunti sul mio diario di viaggio perché anche questo, come sapete, è ciò che intendo per cicloturismo.

I giardini con la passeggiata

In memoria agli Eroi del Mare

Il Borgo dei Pescatori

Tipici ormeggi lagunari con verricello

Il porticciolo 
Pochi minuti dopo un buon caffè caldo conclude una bella giornata carica di sensazioni ed emozioni e di tanta natura.
Kuma è già sistemata nel suo alloggio; si ritorna a casa.

Buen camino a todos.... Amedeo